Civita di Bagnoregio, la città che muore: storia, mistero e rinascita del borgo sospeso

28.05.2025

Un borgo che sfida il tempo

Tra le colline della Tuscia viterbese, sospesa su un fragile sperone di tufo che sembra galleggiare nel vuoto, sorge Civita di Bagnoregio, da molti definita "la città che muore". Un'espressione poetica, ma drammatica: qui, l'erosione costante minaccia da secoli l'esistenza stessa del borgo. Eppure, nonostante il lento sgretolarsi del terreno, Civita resiste. E incanta.

Le origini etrusche e il cuore medievale

Fondata oltre 2.500 anni fa dagli Etruschi, Civita ha conservato nel tempo un'impronta urbanistica che fonde epoche e stili. Le stradine in pietra, i passaggi scavati nella roccia, i portali scolpiti e le case in tufo raccontano secoli di storia, dall'età classica al Medioevo. Il borgo conserva ancora l'antica Porta Santa Maria, un ingresso scenografico che immette in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.

San Donato e la leggenda di San Bonaventura

Nel cuore della piazza principale si erge la Chiesa di San Donato, costruita sul sito di un antico tempio pagano. Qui la leggenda vuole che San Francesco guarì il piccolo Giovanni Fidanza, futuro San Bonaventura, salvandolo da morte certa. Quel miracolo non solo segnò la storia della cristianità, ma alimentò un alone mistico che ancora oggi pervade ogni angolo del borgo.

Il ponte sospeso e il prezzo della bellezza

Dal 1965, Civita è raggiungibile solo a piedi tramite un ponte pedonale lungo oltre 300 metri, che collega il borgo alla frazione di Bagnoregio. Un percorso che, pur offrendo uno dei panorami più suggestivi del Lazio, ha anche un costo: dal 2013 l'accesso è a pagamento, una misura necessaria per finanziare i continui interventi di consolidamento e restauro.

Il turismo come atto di salvezza

Paradossalmente, proprio quel turismo che rischiava di trasformare Civita in un luogo "da cartolina", oggi rappresenta una possibilità di sopravvivenza culturale. Il borgo è visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone, attratte non solo dal paesaggio mozzafiato, ma da eventi artistici, mostre e iniziative che stanno contribuendo a ridare vita a un luogo altrimenti destinato all'oblio.

Il patrimonio fragile e il futuro incerto

Civita di Bagnoregio è oggi candidata all'inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Una protezione simbolica, certo, ma anche concreta: riconoscere il valore di questo borgo significa difendere non solo un territorio, ma una visione di civiltà che valorizza il passato come risorsa per il futuro.

🎯 Conclusione

Civita di Bagnoregio è più di un borgo suggestivo: è un simbolo. Un luogo che insegna a guardare la bellezza nel fragile, a rispettare la storia nel suo equilibrio precario. In un mondo che consuma e dimentica, Civita resiste, si racconta, e chiede attenzione. E forse, proprio qui, tra queste pietre in bilico sul vuoto, capiamo che la cultura non è solo ciò che salviamo, ma anche il modo in cui scegliamo di guardarla.