Festival dei Borghi: tra marketing e memoria, che cos’è davvero un borgo?

Festival dei Borghi: tra marketing e memoria, che cos'è davvero un borgo?
Ogni estate, decine di comuni si animano con sagre, rievocazioni, festival, premi letterari. I borghi si trasformano in teatri a cielo aperto, in cui si celebrano tradizioni, sapori, artigianato, folklore.
Ma dietro questa esplosione di eventi si nasconde una domanda più profonda: che cos'è oggi, davvero, un borgo?
🎭 L'identità come spettacolo
Molti borghi stanno vivendo una rinascita grazie al turismo.
Ma spesso la loro immagine viene semplificata e impacchettata, per piacere a un pubblico esterno.
Costumi medievali, pane cotto a legna, artisti di strada… ma quanta di questa narrazione è autentica?
E quanta è costruita ad arte per vendere un'idea di "italianità" rassicurante e consumabile?
🧱 Memoria o cartolina?
I borghi autentici sono pieni di silenzi, di case sbrecciate, di vecchi che non parlano, di tradizioni vive ma fragili.
La memoria non è un palco. È una polvere sottile che va respirata con rispetto.
Quando tutto diventa spettacolo, si rischia di perdere il senso profondo del luogo.
La cultura non è solo ciò che si mostra: è anche ciò che si custodisce.
📍 La sfida della profondità
Organizzare eventi nei borghi è utile, se serve a tenere vivo il tessuto sociale, restituire centralità ai piccoli centri, creare dialogo.
Ma quando diventa solo marketing, il borgo si trasforma in una location, e la sua anima viene travestita per la festa.
La vera sfida non è attrarre turisti. È trasmettere un'identità senza svenderla.
✍️ Il Calamaio: sguardo critico, non reattivo
Nel nostro piccolo, Il Calamaio vuole essere uno spazio di riflessione, dove anche le narrazioni locali vengono osservate con rispetto e lucidità.
Perché un luogo racconta una storia solo se la lasciamo parlare con la sua voce, non con quella del mercato.
E dietro ogni borgo, c'è sempre qualcosa che vale la pena ascoltare.