Il borgo fantasma di Celleno: dove il silenzio racconta la storia

C'è un luogo nel cuore della Tuscia dove il tempo sembra essersi fermato. È Celleno, il "borgo fantasma" che domina silenziosamente le valli tra Viterbo e il lago di Bolsena. Abbandonato definitivamente negli anni '50 a causa di frane e instabilità del terreno, Celleno è oggi un piccolo scrigno di pietra, sospeso tra rovina e rinascita, storia e suggestione.
Un abbandono che parla
Le case crollate, le vie di tufo invase dal muschio e i resti del castello Orsini custodiscono un'eco potente: quella delle vite interrotte e della memoria collettiva. Ma non c'è nulla di tetro. Al contrario, Celleno è poesia visiva, uno scenario che stimola immaginazione e introspezione. Camminare tra le sue rovine significa sfiorare il confine tra presenza e assenza.
Un ritorno guidato dall'arte
Negli ultimi anni, il borgo è stato oggetto di un attento recupero: installazioni artistiche, eventi, e una narrazione nuova hanno ridato anima alle sue pietre. Tra i promotori di questo risveglio c'è l'artista Enrico Castellani, che ha scelto di vivere e creare proprio qui, trasformando il luogo in un laboratorio di memoria e sperimentazione culturale.
Celleno non è stato "ricostruito" in senso tradizionale: è stato interpretato. E forse è proprio questo il suo segreto.
Un cammino lento e consapevole
Visitare Celleno significa concedersi il lusso della lentezza. I visitatori non cercano attrazioni, ma suggestioni. Dalla piazza del castello alla piccola chiesa, tutto invita a fermarsi, a osservare, a immaginare. Anche il paesaggio circostante – con le distese di noccioleti, i calanchi e il profilo del lago in lontananza – amplifica la sensazione di trovarsi in un luogo "altro".
Un luogo che interroga
In un tempo in cui tutto corre e si consuma, i borghi abbandonati come Celleno ci ricordano una verità antica: che l'identità dei luoghi non si misura solo nella presenza, ma anche nell'assenza. Che la bellezza può abitare la rovina. E che, a volte, per comprendere il presente, bisogna attraversare le crepe del passato.
📍 Conclusione del Calamaio
Celleno non è solo una destinazione: è un'esperienza mentale. È il frammento di un'Italia che resiste ai margini, tra natura, storia e silenzio. Il Calamaio vuole essere uno spazio per questi sguardi laterali, per quei luoghi che non gridano ma che sussurrano. Perché vedere non basta. Serve anche ascoltare ciò che non viene più detto.