La fragilità di un uomo - Lettere, ricordi e ombre di un'anima tormentata

La fragilità di un uomo
Racconto di Dale Johnson
La Stanza n°7 – Parte 1
Lettere, ricordi e ombre di un'anima tormentata
Nella Stanza n°7 apriamo una finestra su una vicenda oscura e toccante, tra testimonianze frammentarie, diari spezzati e memorie dolorose. La fragilità di un uomo è un racconto che si muove sul confine tra lucidità e follia, tra amore e perdizione. Attraverso la voce di chi lo ha conosciuto – amici, amanti, vicini – si compone il ritratto sfaccettato di Dale Johnson: un uomo gentile, amato, eppure consumato da qualcosa di più grande di lui.
Ma chi era davvero Dale?
E soprattutto… cosa nascondono le sue ultime parole?
La lettera
Caro amico,
Ti scrivo questa lettera, affinché tu possa un giorno capire il motivo della mia assenza.
Sai che sono sempre stato un ragazzo di poche parole, ma oggi ho pensato che fosse giusto lasciarti almeno una lettera, a te, l'unica persona che mi sia sempre rimasta accanto, l'unica persona che mi abbia veramente voluto bene.
Conosci la mia storia, conosci i miei demoni, sai quanto io ogni giorno abbia tenuto duro e lottato per non arrendermi, ma ultimamente, ogni giorno che passava, le loro grida nella mia testa diventavano sempre più forti.
Non ho detto nulla per non sconvolgerti e non sconvolgere la tua bellissima famiglia. Mi sono arreso e me ne rendo conto, ma sono così stanco di dover dipendere sempre da qualcuno e di dover rimanere lucido grazie a qualcuno che non sia io.
Così un giorno mi sono guardato dentro, ho chiuso ogni tenda della casa ed ho ascoltato per la prima volta i miei demoni. Non immaginavo che potesse essere così profonda l'anima di un uomo. Mi hanno detto che ogni anima è diversa ed io lo spero vivamente, perché la mia era estremamente cupa, buia e piena di dolore. Ogni ferita che mi è stata inflitta è rimasta lì, viva, mai rimarginata.
Sai che mi sono sentito sempre fuori luogo in questo mondo e per quanto tu mi abbia potuto aiutare a farmi sentire il contrario, questo mio pensiero è sempre stato lì, non mi ha mai abbandonato neanche per un secondo della mia vita, proprio come i miei demoni.
Guardandomi dentro ho capito che l'unico modo per farli smettere è quello di smettere con la mia stessa esistenza, forse, non ne sono sicuro, ma almeno posso essere sicuro di non stravolgere più la vita delle persone che mi sono accanto e di non ferirle.
Non essere triste per me amico mio, non piangere.
Manda un grandissimo abbraccio da parte mia a tua moglie e di ai tuoi figli che lo Zio è partito per una missione molto importante, quella di salvarvi tutti quanti.
Il tuo amico, Dale.
Dylan
"Cazzo! Sara, devo scappare!"
"Tesoro, che succede?"
"Si tratta di Dale, credo che questa volta stia per fare una stronzata da cui non potrà più tornare indietro!"
"Vuoi che venga con te?"
"No, tu bada ai bambini, ti chiamo appena arrivo, ti amo!"
Il ricordo di Dylan
Da quel che ricordo, Dale è sempre stato un ragazzo molto fragile e profondo. Una di quelle persone che a prima vista diresti: "Wow, che tosto quel tipo!". Ma che successivamente, conoscendolo bene, anche dai suoi ragionamenti, puoi captare la profondità del suo animo.
Ho conosciuto Dale da ragazzo, entrambi ventenni. Un giorno durante una partita di calcetto ci mancava un uomo, così Simon, il nostro portiere, ci disse che avrebbe chiamato un suo amico che abitava a pochi passi dal campetto. Ci disse che non era fortissimo ma chissenefrega, l'importante era divertirsi. Quando si presentò, noi avevamo già iniziato a fare qualche tiro in porta, così lui, per paura di disturbarci, si fermò all'entrata del campo da calcio. Avevo capito immediatamente che era una persona molto timida e chiusa, così mi avvicinai subito, mi presentai, gli strinsi la mano e lo invitai ad entrare. Per farlo sentire ancor di più a suo agio, lo presi in squadra con me.
Quel giorno fu l'inizio della nostra amicizia.
Dale
#Sprazzi di un'anima perduta – Parte I
Ho guardato dentro la mia anima per la prima volta.
Ho avuto il coraggio di confrontarmi con le mie emozioni più scure.
Qualcosa si è rotto. Non so spiegare cosa, ma qualcosa dentro di me si è rotto irrimediabilmente.
Tormenti.
Paure.
Incubi.
Hanno iniziato a disturbare i miei sogni.
Tagliato fuori dal mondo.
Quelle voci angeliche dentro di me si sono rivelate ingannevoli.
Loro cantano per me, affinché io potessi sentirli, arrendermi, e diventare il loro stupido giocattolo.
Continua nella prossima pubblicazione della Stanza n°7