Lettera d'Amore nebbiosa

19.05.2025

14 maggio 2015

La nebbia ci circonda fitta, ma astratta.
Nasconde incubi e speranze.
Non sapendo se fuggire o restare…
Rimaniamo impotenti a guardare.

Amore mio,
ti scrivo questa lettera perché mi manchi. Mi abbandono al ricordo dei tuoi baci passionali, delle tue tenere carezze, e mi incupisco al pensiero della tua assenza…

Oggi è un mese che non sei qui e pare passata un'eternità. Le nostre promesse di amore sconfinato, dove sono finite? Forse cessate?
Eppure, anche il nostro sentimento sembra possedere una data di scadenza, come un qualsiasi prodotto acquistabile al supermercato. Un tempo determinato, stabilito soltanto dal destino — che sia esso crudele o giusto.

Rammenti i nostri progetti? I viaggi?
La voglia di coccolarci incondizionatamente?
Io ricordo tutto come fosse ieri.

Questo dolore brucia, scottandomi la pelle, incendiandomi le viscere, come un fuoco violento o un falò selvaggio, destinati a non spegnersi mai.
Sei il tesoro della mia vita. L'unico.
Il primo temerario che abbia mai conquistato le chiavi del mio cuore.
L'esclusivo proprietario.

Per questo ti sto aspettando.
Affinché tu possa riaprire quella porticina e farlo battere di nuovo.

La pena più dolorosa è sentire ancora il tuo profumo cospargere la nostra casa.
Quando mi capita di ammirare il quadro buffo che mi hai donato, nutro la speranza che tu riapra la porta d'ingresso e mi dica:
"Come ho fatto a farti un regalo simile?"

Sai, non ho ancora pulito la tua maglietta. Quella che accidentalmente ho sporcato di sugo.
Allora ti sei un po' alterato, ma poi abbiamo fatto pace.
Sono sempre stata una pasticciona…
Ma dicevi che, più che un difetto, per te rappresentava la mia essenza.
E non volevi che cambiassi per nulla al mondo.

Sto ripensando a quella proposta…
Che guaio, quel giorno!
Senza esserci messi d'accordo, all'oscuro dei reciproci piani, a Parigi — durante una delle nostre tante esperienze — sotto la Torre Eiffel, ci siamo inginocchiati nello stesso momento.
E inaspettatamente, abbiamo chiesto la stessa cosa:
"Mi vuoi sposare?"
Giurandoci un attimo dopo amore per sempre.

Ciononostante, gli anelli fossero entrambi della misura sbagliata, siamo riusciti a sistemarli una volta tornati dalla fuga romantica.
E finalmente, indossandoli, abbiamo capito di essere perfetti l'uno per l'altra.

Poi, un lampo.
E tutto è svanito.

Abbiamo litigato.
Tu, infuriato, non riuscivi nemmeno a guardarmi negli occhi.
Anch'io ero arrabbiata.
Nessuno dei due aveva la forza di reagire.
Di affrontare l'argomento.

E così sei uscito.
E non sei più tornato.

Ho tentato invano di inseguirti, per fermarti, ma sei svanito nella nebbia.
Ti ha portato via da me.
Non sei ritornato alla tua dimora — nemmeno per prendere le tue cose.

E questo mi fa sperare.
Sperare che tu possa ricomparire.

Sono sicura che, quando — in un futuro non precisato — la nebbia si diraderà, dissolverà anche le nostre incomprensioni.

Ed io, ritrovandoti, ringrazierò il destino.
Per averci fatto tornare insieme.

Martina Ferlino